Editing, Mix & Sound Design
Un viaggio nella cultura palestinese attraverso i cinque sensi per non smettere mai di celebrare la vita. Nasce da questa riflessione il Podcast “LA VITA OLTRE”, una produzione di Pianozero Media per Loquis Factory che guida l’ascoltatore attraverso storie di persone che, pur abitando in diverse parti del mondo, hanno deciso di celebrare e raccontare le proprie radici. Mediante testimonianze di cuoche, ricamatrici, musicisti e artisti palestinesi, LA VITA OLTRE porta alla scoperta di gusti, suoni, profumi, tradizioni e poesia palestinesi in una narrazione in cinque puntate, ognuna dedicata a ciascuno dei sensi con cui conosciamo il mondo. In un itinerario tra Italia, Svizzera, Inghilterra e Palestina, prenderà vita il racconto del patrimonio più umano di questo angolo di mondo.
Le puntate sono ascoltabili qui:
Sahar e Majdulin sono madre e figlia e conducono un corso di cucina palestinese al Laboratorio di Antropologia del Cibo di Milano per tramandare le ricette del Paese da cui discendono, ma che non hanno mai visitato. La loro storia si è incrociata con quella di Giulia Ubaldi, fondatrice del laboratorio in Giambellino che racconta storie di cibo e di persone. L’incontro si è basato sul reciproco interesse a raccontare della Palestina, delle sue spezie, delle caratteristiche culinarie che variano da regione in regione, da una città all’altra. Le tre donne ci portano alla scoperta del gusto e dei sapori palestinesi mentre cucinano un Quedra, piatto tipico di Hebron alternando ricordi e saperi, raccontandoci delle zaatar, l’erba del cuore e delle spezie che non mancano mai in cucina. Senza dimenticare l’olio d’oliva che continua a esistere nonostante la confisca delle terre grazie al coraggio di contadini come Abrahim e la sua Zakrawi Farm.
Auriane è cresciuta a Gaza e, della sua infanzia, ricorda i pomeriggi in cui sua nonna e le amiche si trovavano a ricamare i Thobe, gli abiti tipici palestinesi. Erano momenti sereni di condivisione, di pettegolezzi, di complicità tra donne. Lei ha iniziato a ricamare all’età di 10 anni innamorandosi dell’arte del tatreez, oggi patrimonio UNESCO. A Jerash, campo profughi palestinese in Giordania, ha conosciuto SEP, il brand di Roberta Ventura che qui ha creato un’accademia del ricamo che dà vita ad abiti di alta sartoria venduti in negozi tra Svizzera, Italia, Germania e Giordania. Scoppiata la guerra Auriane è arrivata a Ginevra e qui ha cominciato a condurre dei workshop di tatreez per tramandare una tradizione millenaria che ci racconta attraverso questa puntata.
Francesca si innamora dei profumi fin da piccola. Capisce che l’olfatto ha un potere evocativo enorme e, crescendo, diventa un’esperta di marketing olfattivo con l’azienda Integra Fragrances di Reggio Emilia. Quando Roberta di SEP le chiede di sviluppare una candela con i profumi che rimandano ai ricordi delle donne del campo profughi di Jerash, inizia per Francesca un viaggio attraverso i ricordi e i sogni delle profughe palestinesi. Un viaggio guidato da messaggi vocali, canzoni e poesie dove tutto rimanda agli odori di una terra lontana. Un viaggio di cumino e mirra. E miele, un’altra produzione della terra che varia da regione a regione e che prende i profumi dei fiori che, in Palestina, crescono in diverse varietà. Su tutti è l’iris faqqua a imporre il suo colore viola intenso, mentre il timo, nelle sue numerose varietà, dona essenza alla produzione di Abrahim e delle sue api della Zakrawi Farm.
Khalid è un pianista, è nato a Betlemme e ora vive a Padova dove è ricercatore in economia. Ma la sua grande passione sono i tasti bianchi e neri che ha imparato a toccare e suonare sotto le bombe. La sua musica si ispira a Chopin, ma nel cuore c’è la voglia di suonare per il suo Paese, proprio come fece il compositore polacco. Lui è un cristiano cattolico e fa parte di una comunità che equivale all’1% in Palestina. Anche Saied fa parte di una parte di popolazione dimenticata, ovvero i palestinesi che vivono in Israele. Lui viene dall’Alta Galilea e ora vive a Londra dove ha portato con sé il suo oud, lo strumento arabo per eccellenza con cui si esibisce nei più grandi festival del mondo. A Londra ha trovato un pubblico che lo ascolta non in quanto musicista palestinese, ma come musicista che suona anche della Palestina.
A Napoli c’è una piccola casa editrice ed è qui che nasce ArabPop, la rivista di cultura araba che ha dedicato il suo ultimo numero interamente alla Palestina. La letteratura, ma soprattutto la poesia, rappresentano il linguaggio immortale di questo Paese, tanto che i versi di alcuni poeti sono comparsi sui muri durante i momenti più salienti della sua storia moderna. Lo raccontano Silvia e Luce. A dirigere questa rivista è Christian, un giornalista che da 25 anni scrive e si occupa di Palestina e che ha tanti aneddoti da raccontare, come quello del padre di Jamil che, in Cisgiordania, ha aperto un parco dal nome vista Mare, proprio in direzione di quelle spiagge a cui nessun palestinese ha mai avuto accesso.
Interviste, testi e voce: Sara Canali
Cura editoriale: Gianluca Palma, Niccolò Maria Santi, Michele Catalano per Pianozero Media e Cristiana Rumori per Loquis Factory
Edit, mix e sound design: Davide Debenedetti per Filmico
Grafica: Cristina Crippa